- Gianluca Danieli
Recensione di "MATILDA: THE MUSICAL" (2022)
Matilda 6 (SEMPRE) mitica
Musical Netflix
tratto dal romanzo di Roald Dahl
regia di Matthews Warchus
musiche e canzoni di Dennis Kelly e Tim Minchin
Dopo tanti anni, avevo quasi dimenticato quanto la fiaba di una bambina abusata psicologicamente da genitori e insegnanti potesse essere non solo commovente, ma pure spassosa.
Matilda Wormwood – la precoce, dispettosa bistrattata bimba prodigio la cui mente sconfigge le leggi della fisica – inizialmente adattata in “Matilda 6 Mitica” (1996), con la regia di Danny DeVito, è stata poi rielaborata per il palcoscenico musicale. Lo stesso musical approda ora su Netflix, tradotto in italiano; doppiando anche le canzoni.
Un doppiatore professionista, l’anno scorso, mi aveva confidato un generale declino di qualità nell’industria del doppiaggio; dovuto alla frenesia con cui molti prodotti audiovisivi vengono sfornati (soprattutto per le piattaforme online), selezionando le aziende di doppiaggio anteponendo il risparmio e la velocità sulla qualità. Talvolta passano addirittura il materiale da doppiare all’ultimo momento per ridurre al minimo il rischio di diffusione prematura di spoiler. Per dei testi cantati così ritmati, veloci e in rima, il trasferimento linguistico poteva facilmente sfociare in un imbarazzante disastro.
Fortunatamente non è accaduto.
Passato l’attimo di panico iniziale, sentendo i neonati cantare volutamente male nei primi secondi, prima di passare alle canzoni vere… ho tirato un sospiro di sollievo.
La versione italiana fa’ un ottimo lavoro nel condensare la storia, nonostante gli inevitabili cambiamenti per tenere le rime. Il risultato è solido e coinvolgente. Ciò è particolarmente evidente nell’eccellente canzone in cui Matilda impara l’alfabeto scoprendo, nel frattempo, l’orrore che la aspetta oltre il cancello della scuola.
I 26 numeri cantati del Musical originale vengono ridotti a 13, per tenere una durata accettabile per lo schermo. Lasciando così la possibilità agli spettatori di ri-scoprirlo anche a teatro.
La differenza più importante fra il Musical e la pellicola di DeVito sta nel tono. Già nella versione del 1996 i personaggi erano caricaturali, ma delle sfumature di realismo c’erano, permettendoci di immedesimarsi anche nei momenti drammatici. Nella versione Netflix, ogni qualsivoglia barlume di verosimile sottigliezza, nello stile visivo o recitazione, viene abbandonata in favore dell’altisonante spettacolarità che il genere musicale permette, coinvolgendo i piccoli spettatori in una giostra piena di colori e movimento.
Tuttavia, per quanto eccessivo possa essere lo stile, devo riconoscere un elemento narrativo riuscito particolarmente bene. La lenta, inesorabile pressione e rabbia che Matilda sente crescere dentro di sé dopo ogni trauma viene vissuta, da lei come dallo spettatore, in maniera molto più graduale e organica, accompagnandoci assieme a lei fino al momento in cui potrebbe esplodere. È un crescendo emotivo veramente ben fatto.
Questa nuova Matilda, in tutti suoi pregi e (pochi) difetti, è diversa. È Mitica in un modo tutto suo. Si distanzia enormemente dai moderni reboot di altre classiche fiabe per bambini (basti pensare alla Disney!). Quindi… tanto di cappello.
PS: a proposito di cappelli, si ricordano i gentili bambini che il berretto di papà va riempito di colla SOLO quando papà se lo merita. Grazie.
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