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  • Gianluca Danieli

RECENSIONE DI “DON'T LOOK UP” (2021)

Aggiornamento: 6 apr 2022

regia di Adam McKay - CANDIDATO A 4 PREMI OSCAR: TRA CUI MIGLIOR FILM - SE LI MERITA?


Manca poco alla serata degli Oscar. Tra i candidati per miglior film, ce n’è uno particolare. Un film molto visto e discusso appena distribuito su Netflix, ma di cui forse non si parla più così tanto. Tuttavia, tra tutti i contendenti, perché ho scelto proprio questo? Perché ritengo offra un importante spunto di riflessione sui prossimi film e le prossime storie che racconteremo in futuro.


Nel film: una cometa gigantesca si dirige verso il nostro pianeta. Potrebbe distruggere tutta la vita sulla terra. Fortuna vuole che sia stata avvistata in tempo. La si può deviare. La tecnologia c’è, il tempo c’è, i mezzi ci sono. Cosa ci ferma dunque dall’agire, come razza umana?


La genialità di “Don’t Look Up” (trad. “Non guardate su!”) giace soprattutto nel modo in cui è stato pubblicizzato, con i suoi slogan ambigui e curiosi. ‘Basato su fatti… realmente possibili’. ‘Basato su eventi reali… non ancora accaduti’.


Il prodotto finale, è una commedia disastrosa (nel senso: non venuta male, ma una commedia su tematiche catastrofiche). Un film di concetto, il cui punto focale NON è lo specifico evento apocalittico, ma il modo in cui l’umanità gestisce (MALISSIMO) la crisi. Un’opera che porta gli spettatori, più che a guardare o non guardare su, a guardarsi intorno, a dibattere e discutere. Quanto di quello che abbiamo visto è verosimile, e quanto invece è finzione Hollywoodiana?


Il pesante senso di fatalismo che questo film può lasciare su alcune persone, e le discussioni politicizzate che ne nascono, sono un’arma a doppio taglio, poiché condannano la trama a venire eclissata dagli stessi dibattiti che essa scaturisce. Più il tempo passa, infatti, più trovo le numerose analisi, discussioni, racconti da dietro le quinte, elogi e polemiche rivolte alla pellicola divenire persino più interessanti del film. Anche per tale motivo questo articolo sfocia più in una riflessione che una recensione vera e propria.


Il regista/sceneggiatore Adam McKay guadagna sempre più una reputazione per il suo uso di humor per avvicinare l’audience ad argomenti scottanti. Quando aveva cominciato a girare il film, aveva esplicitamente dichiarato che la cometa fungesse da metafora per il riscaldamento globale e la passività con cui lo lasciamo accadere. A metà riprese o giù di lì, scoppia l’epidemia di Covid. Il modo in cui la popolazione mondiale reagisce è identico a ciò che accade nel film. L’evento “reale non ancora accaduto” era di fatto accaduto ancor prima che il film fosse pronto. Da lì la svolta. McKay dice che, dopo il Covid, dovette aumentare il livello di ridicolaggine nel film per poter essere ancora considerata un’esagerazione.


Questo film, piaccia o non piaccia, rappresenta un passaggio importante nel modo in cui creiamo satire, o storie in generale. Dopo che un certo candidato presidenziale – cui il film “Don’t Look Up” fa dichiaratamente riferimento – molti comici lamentavano la difficoltà di prendersi gioco di una figura che era già una parodia di sé. E questo ormai vale per ogni storia che ci mettiamo a creare o raccontare.


DIVENTA SEMPRE PIÙ DIFFICILE INVENTARSI QUALCOSA DI PIÙ ASSURDO DELLA REALTÀ.


Quandunque ci sembri che il mondo non possa diventare più assurdo, dobbiamo ricrederci. Una calamità dopo l’altra: prima il clima, poi Covid, e poi… be’, si sa. Ed il film che un tempo sembrava un’assurda, esagerata finzione, d’un tratto pare sobrio e composto.


Non so se questo film vincerà l’Oscar come miglior film. Personalmente, non credo. Ma, se ancora non lo avete visto, un’occhiata vale la pena darla (finché siamo ancora in tempo) anche solo per non rimanere esclusi dal dibattito.



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