RECENSIONE DI "Animali Fantastici: I Segreti di Silente" (2022)
Regia di David Yates - TANTI ELEMENTI PROMETTENTI, EPPURE...
Cosa ha reso la serie originale di Harry Potter così popolare in tutto il mondo? L’ambientazione? I personaggi? Qualunque cosa fosse, qui non c’è.
Terzo capitolo della saga spin-off “Animali Fantastici”, questo film è sicuramente un miglioramento rispetto al suo predecessore. La posta in gioco viene alzata. La trama è arricchita di elementi, forse anche troppi. Ma prosegue comunque la tradizione di mettere a dura prova la pazienza e la fedeltà dei fan di un tempo. Quantomeno, mette a durissima prova la MIA, al punto da quasi strapparmi i capelli.
Vengono introdotti tanti, TANTI elementi potenzialmente interessanti, se solo fossero stati esplorati un po’. Il rapporto fra Silente (Jude Law) e Grindelwald (Mads Mikkelsen), un tempo amanti e ora nemici, viene a malapena sfiorato. Le intrinseche difficoltà di una storia d’amore fra una strega e un babbano (uno senza poteri magici) poteva creare un dramma interessante, ma non succede. Un’imminente elezione politica potrebbe scatenare una guerra, sfruttando lo scontento dei maghi costretti da sempre a vivere nell’ombra; anche qui, una tematica epica trattata superficialmente. Una spia deve infiltrare la cerchia di Grindelwald, forse dovendo commettere crimini a sua volta per guadagnarsi la fiducia; non porta a niente. Al pasticcere babbano, Kowalski (Dan Fogler), danno persino una bacchetta magica, aprendo infinite possibilità di intrattenimento, delle quali se ne sfruttano ben poche. C’è un’evasione da una prigione sorvegliata da un gigantesco mostro scorpione; poteva essere così macabra e piena di suspense, e invece no. Tina (Katherine Waterston), che in precedenza sembrava sulla via di stringere un importante rapporto col protagonista Newt (Eddie Redmayne), è essenzialmente assente da tutto il film.
Perché?
Perché il film ci lancia addosso tutte queste promettenti tematiche, senza esplorarne neanche una? Vuole salvare qualcosa per i (sospiro) due sequel in programma? Va bene. “MA DATECI QUALCOSA, ORA!” Questo volevo gridare allo schermo. Ma no. Si ricade invece nell’ormai classico errore di spendere un intero film a impostare le basi per i film successivi dimenticandosi, nel frattempo, di raccontare (BENE) una storia interessante. Ma allora… Perché, pur non esplorando alcuna delle sopracitate tematiche, il film pare così esasperatamente lungo e serioso?
Gli unici elementi positivi: L’interpretazione di Mads Mikkelsen, che sostituisce Johnny Depp nel ruolo di Grindelwald, è più raffinata. Nella sua versione, non si vedono più solo la malvagità, la cattiveria e la ripugnanza. Ma anche il fascino e il carisma con cui ha riunito tutti i suoi seguaci, e con cui ha portato un mago come Silente, inizialmente, ad innamorarsi di lui.
Poi, il pasticcere babbano Kowalski (Fogler). Non ho la più pallida idea del perché il Ministero della Magia abbia insistito tanto affinché lui, un babbano senza alcun potere magico, si unisse di nuovo alla missione per salvare il mondo. Ma accidenti se sono grato che lo abbia fatto. Può darsi che non contribuisca più di tanto alla missione in sé, ma di sicuro contribuisce nel rendere più divertente e tollerabile l’esperienza che è vedere questo film. Anche solo REAGENDO alle stravaganti stregonerie che gli si parano davanti, lui ruba la scena, aggiungendo un tocco di ben accetta leggerezza in una storia altrimenti cupa. Per alcuni spettatori, può darsi che la sua presenza, dopo un po’, si trattenga più del dovuto. Da parte mia, mi si illuminavano gli occhi ogni volta che entrava in scena.
Anche un fan delle storie di J.K. Rowling sfegatato come me ha perso la pazienza.
A questo punto, forse solo un incantesimo può salvare la nuova saga. Peccato che la magia (per quanto ne sappiamo) esista solo nelle storie di fantasia.
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